Il Manager di Rete

16.12.2013 10:36

Lo scenario economico degli ultimi anni è stato caratterizzato da forte complessità della domanda, competitività, continue sfide tecnologiche, che hanno spinto il sistema delle imprese a trovare soluzioni e formule di aggregazione “a rete”, che agevolassero il confronto sui mercato e in qualche caso consentissero la sopravvivenza delle realtà più piccole o di nicchia.
È nato, così, il concetto di Rete d’Impresa, che ad oggi costituisce una delle soluzioni organizzative ed operative che consente al sistema produttivo italiano di rispondere alla sfida di agguerriti competitor low cost, di compensare o mitigare i rischi assunti, grazie a possibili economie e ad una maggiore redditività conseguibile, nonché di accrescere qualità e conoscenze innovative.
La collaborazione tra imprese, specie per quelle più piccole e che non realizzano un prodotto proprio, rappresenta uno dei principali elementi per aumentare la capacità di innovare, di competere e dare impulso alla crescita delle attività imprenditoriali.
Questa nuova forma aggregativa ha bisogno di nuovi tipi di organizzazione, di regole, di routine, che richiedono maggiore apertura mentale da parte degli imprenditori, che in qualche modo devono affidarsi ad un “catalizzatore” in grado di gestire le differenze di tutte le imprese della rete e valorizzarle sul mercato.
Questo ruolo di catalizzatore è sempre più spesso affidato ad un manager di rete interno o esterno alle aziende partecipanti, a seconda dalle specifiche della singola rete e dalla sua fase di maturazione.
Qual è il profilo professionale del Manager di Rete?
Il Manager di rete ha il compito di contribuire all’elaborazione delle strategie, dei piani e delle iniziative dell’organizzazione. Cura l’analisi dei bisogni dei soci, promuove il conseguimento degli obiettivi imprenditoriali degli associati, contribuisce alla difesa degli interessi della rete e delle comunità di riferimento nei confronti di terzi. Favorisce la crescita professionale delle risorse umane della propria area di interesse.
Il manager di rete dovrà possedere molteplici capacità per supportare la rete durante il suo ciclo di vita.
Nella fase di start-up della rete ad esempio, gli imprenditori sono impegnati nella conoscenza reciproca e nella valutazione di opportunità di business. Il ruolo del manager sarà quello di un facilitatore, un vero e proprio “team-builder” con l’obiettivo di agevolare gli incontri, animarli e promuovere lo sviluppo delle attività.
Durante la fase di sviluppo o “challenge” le aziende della rete si confrontano con il mercato, formulano le prime offerte, e definiscono il proprio posizionamento. Avranno quindi necessità di un manager che funga sia da “project leader” – coordinando le attività di singoli progetti – sia da direttore commerciale, in grado di intrattenere, in prima persona, i contatti commerciali con i clienti della rete
Quando la rete è già matura, ha raggiunto cioè un fatturato percentualmente significativo rispetto al fatturato aggregato delle singole aziende, vive la sua fase di “evolution” e dovrà decidere di assetti più stabili, patrimonio e investimenti. In questo caso il manager di rete svolgerà attività di general manager, dovendo gestire una vera e propria azienda.
Quali sono le caratteristiche e le competenze del Manager di Rete?
Assoreti PMI ha recentemente analizzato le caratteristiche e le competenze trasversali che un buon Manager di Rete deve possedere.
Ciò che emerge è sicuramente un profilo ‘polifunzionale’, capace di svolgere diverse attività: dall’orientamento degli operatori all’innovazione di processi e prodotti, dalla valorizzazione degli ambienti di lavoro alla tutela dei marchi, alla promozione e gestione delle relazioni commerciali.
Le soft skills più spiccate riconducibili a questo profilo professionale sono:
MANAGER
Il profilo più adatto è, dunque, quello di un manager maturo, che abbia alle spalle esperienze internazionali in grandi o medie aziende, opportunamente formato e riorientato.
Dal momento che il principale obiettivo delle reti d’impresa saranno i nuovi mercati, oltre alle capacità ‘multitasking’ e relazionali, il manager di rete deve sapersi muovere in modo disinvolto sui nuovi mercati.
Possono essere ad esempio dirigenti over 50, che al momento sono disoccupati per via della crisi, nonostante il loro talento e patrimonio professionale: persone che magari hanno operato per anni nei settori del marketing internazionale, dell’innovazione, della ricerca e del controllo di gestione, e che attraverso le reti d’impresa possono essere reinseriti nel circuito produttivo.
I settori di provenienza possono essere quelli della produzione, servizi, commercio, dove l’ambito d’esperienza chiave sia stato contraddistinto da competività, innovazione e internazionalizzazione.

 

 

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